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Henri Borel | Edizioni Discovery | Discovery Publisher Italy
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Henri Borel

Henri Jean François (Henri) Borel (Dordrecht, 23 novembre 1869 – La Haye, 31 agosto 1933) è stato uno scrittore e giornalista olandese.

FAMIGLIA

Borel era figlio del futuro maggiore generale e governatore dell’Accademia reale militare George Frederik Willem Borel e di Suzanna Elisabeth Marcella. Sua madre era discendente della famiglia Marcella, e nipote del generale Bernardus Johannes Cornelis Dibbets. Aveva un fratello minore, Eduard Arnold, morto all’età di quasi 16 anni ed una sorella maggiore, Julie Désirée Borel (1867-1933), sposata con l’assistente residente Eduard Ludwig Martin Kühr, funzionario pubblico nelle Indie orientali olandesi. Un cugino, il figlio dello zio di Borel, Harry Hubert Borel, era George Borel, luogotenente della marina di seconda classe, morto nel disastro navale con la barca Adder. Un altro cugino, figlio dello zio Henri Ferdinand Borel, fu il luogotenente generale Jean Henri Borel.

Borel si sposò tre volte: la prima volta l’8 giugno 1892 con Maria Christina zur Haar, figlia di Franciscus Egbertus zur Haar, insegnante di musica, e d’Anna Maria de Jong, la seconda volta il 10 dicembre 1902 con Helena Maria de Hartog, figlia di Henri de Hartog, commerciante di tabacco, e di Carolina Manson, e la terza volta, il 23 febbraio 1911 con Anna Maria Huffstad. Dal suo matrimonio con Helena Maria de Hartog nacque suo figlio, l’attore Louis Borel. Dal suo primo matrimonio, ebbe invece una figlia e un figlio, Wilhelmina Suzanna e Paul Frederik Borel, dal terzo matrimonio, una figlia, Machteld Irmgard Borel.

CARRIERA

Carriera in India

Borel frequentò l’H.B.S. de La Haye, Goes e Roermond,, superò l’esame per la formazione di interprete in lingua cinese e proseguì gli studi di questa lingua nell’Università di Leyde, tra gli altri con il professore Schlegel. Partì in Cina nel 1892, dove continuò i suoi studi sull’isola di Ku Lang Su. In quel periodo, scoppiò la guerra sino-giapponese (1894) e Borel scrisse lettere come corrispondente per il Nieuwe Rotterdamse Courant, descrivendo la situazione in Cina. In seguito, fu nominato interprete per gli affari cinesi a Makassar, Surabaya, Semarang e Pontianak, poi funzionario per gli affari cinesi a Tandjong Pinang.

Nei suoi rapporti, citò spesso abusi, corruzione e ingiustizia, procurandosi il malcontento dei residenti. Nel 1896, fu trasferito a Makassar, e la situazione si ripeté. Borel decise, nel 1898, di tornare definitivamente nei Paesi Bassi. Nel frattempo, aveva cominciato la sua opera letteraria Wu Wei, una fantasia filosofica, scritta in risposta alla filosofia di Lao Tse. Questo studio fu, in seguito, incluso nel volume Wisdom and Beauty in Cina. Il libro venne tradotto in tedesco (tre edizioni), in francese ed in inglese (quattro edizioni). Borel lo ha, successivamente, considerato come il suo lavoro migliore, dichiarando: «è la mia opera preferita, al punto tale che non mi importerebbe se tutte le altre pubblicazioni venissero bruciate, purché Wu Wei sopravviva.»

Nel 1903, Borel ritornò nelle Indie orientali, dove fu nuovamente stazionato a Tandjong Pinang ed incaricato di indagare sul funzionamento delle ordinanze coolie nelle miniere di stagno di Singkep. Indagò per conto suo e si imbatté in situazioni che considerò esasperanti. Il rapporto intransigente che redasse su tale argomento non venne reso pubblico. Ciò fece scaturire gravi conflitti ed è il motivo per il quale Borel rientrò nei Paesi Bassi, in congedo malattia. Nel 1905, ricevette un telegramma dal governatore generale J.B. van Heutsz ad Amsterdam, dove si era stabilito, indicando che se Borel avesse voluto rientrare nelle Indie orientali, sarebbe stato assegnato a Semarang. Borel considerò il messaggio come una riabilitazione e partì per le Indie per la terza volta. Lì, il movimento cinese era in pieno svolgimento e si sforzò di prendersi cura dei suoi interessi come meglio poteva. Nel 1911, ricevette il titolo personale di consigliere per gli affari cinesi. Durante il suo soggiorno in India, Borel strinse legami di amicizia con Karel Wijbrands e H.C. Zentgraaff, cosa che non fu apprezzata dai suoi superiori e danneggiò la sua carriera. Wijbrands e Borel condividevano un atteggiamento implacabile contro l’ingiustizia, l’abuso e la corruzione.

Carriera nei Paesi Bassi

Nel 1913, Borel ritornò, in congedo, nei Paesi Bassi, dove perse una parte della vista a causa di un incidente. Si installò, in seguito a La Haye, e a partire dal 1° novembre 1916, iniziò a scrivere recensioni teatrali e recensioni di libri in Het Vaderland. Nel suo ruolo di critico, assunse la posizione di essere imparziale, non conoscendo vacche sacre e non lasciando che amicizie o inimicizie giocassero alcun ruolo, cosa che gli valse diversi nemici. Borel considerava lo spirito critico come un’eredità di suo padre, che nel 1878, con il grado di capitano, aveva scritto un libro critico sulla seconda spedizione ad Aceh, dichiarando in merito: «Posso smettere di rendere omaggio alla memoria del coraggioso critico che era mio padre, dal quale ho ereditato grande amore e talento per la musica.» Borel era amico di Frederik van Eeden, Johan Thorn Prikker e Louis Couperus. Una corrispondenza composta da più di 400 lettere, scambiate con Van Eeden, tra il 1889 e il 1930, è conservata nell’università di Amsterdam e nel museo Letterkundig.

MALATTIA E MORTE

Durante gli ultimi tre anni della sua vita, Borel soffrì di cuore, poi iniziò a camminare con difficoltà, soffrendo di forti febbri e di un’infiammazione al braccio. Il suo stato si aggravò talmente tanto, la settimana precedente la sua morte, che crollò. Il lunedì prima della sua morte, consegnò comunque la copia per il suo giornale. Lo stesso giorno, una forte febbre, che superò i 40 gradi lo invase, il martedì fu dichiarato malato e il mercoledì privo di sensi.

Morì la notte del 31 agosto 1933, dopo una breve malattia, a La Haye. Nel suo letto di morte, fu ammesso nella Chiesa Cattolica. In precedenza, Borel era stato romanizzato, ma c’era stata una separazione. Quando cadde malato, ricevette il santo battesimo. Durante l’agonia, Wouter Lutkie, un sacerdote di Nuland, pregò il Padre Nostro e l’Ave Maria per il convertito morente e per la sua famiglia. Piu tardi, molti affermarono che Borel era stato ammesso nella Chiesa in uno stato incosciente e forse contro la sua volontà, sebbene ciò sia stato negato dalla Chiesa cattolica romana. Il sacerdote Wouter Lutkie scriverà, in seguito, in un articolo del Nieuwe Tilburgse Courant: Henri Borel e Frederik van Eeden- Il diario di Van Eeden testimonia la lealtà indiscussa di Borel. Là, dove molti lasciarono o non poterono seguirlo, Borel restò unito, o comunque, comprensivo. Un’amicizia leale al di là della morte. Borel non respinse la pietà da Van Eeden.

Borel fu sepolto nel cimitero cattolico di La Haye, poco prima che si svolgesse il solenne servizio funebre nella chiesa parrocchiale O.L. Vrouw van Lourdes sulla Parklaan a La Haye. Dopo la morte di Borel, Het Vaderland ricevette diversi contribuiti, tra cui quelli da parte dell’attore Alexander Moinsi che scrisse: «Nel mio cuore, il mio amico Borel continua a vivere», dell’attrice Tilla Durieux: «La Hayes è impensabile senza Henri Borel» e di Marie Kalff Lenormand, che ha sottolineato: «Nessuno tra i critici olandesi non sono mai stati così ben informati sul teatro francese e la letteratura francese». Menno ter Braak, all’epoca professore di letteratura classica a Rotterdam, è stato il successore di Borel, come redattore artistico di Het Vaderland. Dopo la sua morte, la moglie ha ricevuto il santo battesimo e la prima comunione nella cappella del pensionato Jérusalem di Venray, poiché voleva raggiungere suo marito e sua figlia nella stessa fede. Borel fu comandante del Dragone Verde d’Annam.